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NOVEMBRE 2010 N° 24
Luglio 2010:
METALLURGIA SPERIMENTALE
IN VALLE DI SAN LUCANO
Giugno 2010: Valle di san Lucano -Taibon Ag.no:
Allestimento della zona adibita a sperimentazione
Come è noto a chi ci segue, ARCA, il Gruppo agordino presieduto da Gabriele Bernardi dalla sua fondazione, ha da sempre trattato due temi principali: da un lato la ricerca archeologica e la realizzazione di campagne di scavo avvenute sotto la direzione della Soprintendenza Archeologica del Veneto e, dall’altra, l’interesse per la metallurgia antica; quest’ultima si è concretizzata nel corso degli anni nella pratica sperimentale di tecniche metallurgiche riguardanti il rame.
Quest’estate, dal 30 giugno al 6 luglio, è stata privilegiata proprio la metallurgia, un’attività che ha visto la collaborazione tra ARCA e UNIVERSITÀ DI PADOVA.
Da parecchi anni ormai tra il Dipartimento di Geoscienze di Padova, nella persona del prof. Gilberto Artioli* e della sua equipe (Ivana Angelini, Paolo Nimis, Ilaria Giunti, Anna Addis), e il nostro Gruppo si è consolidata un’intesa per portare a termine il progetto “Le miniere di rame del territorio Agordino: Ricostruzione della storia estrattiva e della diffusione del metallo”; una sua sommaria descrizione è stata riportata nel Notiziario ARCA n°17; per una più completa informazione, nel presente Notiziario viene pubblicato l’articolo** in cui il prof. Artioli illustra lo stato della realizzazione del progetto fino alla conclusione della sua prima parte (pag 11). La seconda parte è terminata nel giugno 2010. Sponsor esclusivo di quest’ultima fase è stato il BIM-Consorzio Piave di Belluno.
Torniamo all’attività metallurgica dell’estate appena trascorsa: già nel 2009 (vedi articolo a pag 5) il nostro gruppo operativo, dopo varie sperimentazioni di fusioni effettuate nel corso degli anni (importante e costruttiva è stata la lunga collaborazione con Dino Preloran) era giunto a estrarre un piccolo massello di rame metallico fondendo calcopirite, risultato non ancora raggiunto da altri sperimentatori.
Sentendo la necessità di dover comprendere e documentare in modo scientifico il processo individuato si è proposto al prof. Artioli, di seguire gli esperimenti che avremmo effettuato in Agordino.
È stata quindi organizzata dal Gruppo una settimana sperimentale il cui scopo doveva consistere nel dimostrare la possibilità di OTTENERE RAME METALLICO, con mezzi semplici come potevano essere quelli utilizzati nella Europa dell’età del Rame, e cioè circa 4000- 2000 a.C., avendo come minerale di partenza SOLAMENTE SOLFURI DI RAME, in particolare Calcopirite.
La complessa preparazione della settimana sperimentale è consistita in:
1. Incontri a Padova per accordi sia sulla preparazione dei materiali in genere, che sui differenti esperimenti da eseguire
2. Predisposizione dei materiali e attrezzature:
- Calcopirite e quarzo
- Argilla refrattaria adatta alle alte temperature e carbone
- Costruzione di due ‘buche artificiali’ (appoggiate su forge) per attuare varie funzioni: (1) le cotture delle ceramiche, (2) gli arrostimenti di minerale e (3) le fusioni di minerale sia crudo che arrostito.
- Realizzazione in argilla delle decine di crogioli, ugelli e vaschette varie e la loro cottura
- Arrostimenti di calcopirite attuati in varie modalità
Questa seconda fase è stata la più laboriosa e per niente breve, è durata da febbraio fino a giugno ed è stata realizzata fondamentalmente con l’opera dei soci Manlio Monestier e Gabriele Fogliata e gli apporti operativi dei soci Manuel Conedera, Enzo Galeone, Ivano Groppa e Michele Bernard; dato l’interesse diffuso esistente per l’argomento, nel caso che il prossimo anno venissero riproposte attività analoghe, viene auspicata una più attiva e intensa partecipazione anche di altri soci.
3. Importanti, per la comprensione dei processi successivamente realizzati, sono state le analisi preventive eseguite dall’Università di Padova sia sui campioni di calcopirite cruda che su quelli del minerale arrostito in differenti maniere che sulle metalline, tutti materiali ottenuti dagli esperimenti primaverili.
4. Individuazione del luogo di effettuazione della settimana e allestimento della zona di lavoro:
In un primo momento avevamo pensato di realizzare la nostra iniziativa nella località ritenuta più idonea, cioè in valle Imperina già sede di secolari lavori minerari e metallurgici; quale ente finanziatore ci si era rivolti al Parco Dolomiti Bellunesi: purtroppo, riguardo al contributo chiesto, abbiamo dovuto registrare una risposta negativa da parte dell’Ente.
Di conseguenza, la settimana di esperimenti ha trovato collocazione in un altro sito e precisamente in Comune di Taibon su area parrocchiale, dietro la chiesa di san Lucano nella omonima valle e prossima al romitorio della chiesa; una stanza di questo edificio è stata messa a disposizione dal parroco, don Mario Zanon, per ospitare e utilizzare le delicate strumentazioni della equipe scientifica. Per questo e per altro lo ringraziamo.
Durante la settimana metallurgica abbiamo avuto le utili presenze di soci e non soci nelle persone di: Agostino Crignola, Federico Donnini, Gabriele Bernardi, Ronchi Graziano, Manuel Conedera, Mirella Munaro, Ivano Groppa, il sindaco Loretta Ben, Armando Matten; in modo particolare ringraziamo il giornalista Gianni Santomaso per l’informazione data sul Corriere delle Alpi della nostra iniziativa.
Tra il Gruppo e l’equipe di Artioli si è instaurata un’ottima collaborazione in un clima cordiale sia durante le fusioni che negli altri momenti; nella giornata di domenica 4 luglio l’equipe padovana e ARCA hanno inoltre visitato e di nuovo campionato la miniera di rame di Valbona in val di Gares (Canale d’Agordo), il cui minerale era già stato sottoposto alle analisi elementali e isotopiche nell’ambito del progetto menzionato all’inizio.
Determinante per la realizzazione della settimana metallurgica in valle di s. Lucano è stato il contributo economico dell’Ente BIM-Consorzio del Piave di Belluno, che ringraziamo anche questa volta per la lungimiranza nel comprendere la valenza scientifica del progetto in corso.
Nella settimana sperimentale di fine giugno-primi di luglio sono state testate le varie situazioni programmate assieme al prof. Artioli e ai suoi collaboratori fin dall’inverno 2009 e preparate e predisposte da ARCA nei mesi primaverili.
In un prossimo numero porteremo a conoscenza dei lettori i risultati delle analisi sui materiali sia quelli utilizzati che quelli che prodotti, fondamentalmente sul minerale arrostito, sulle metalline, sulle scorie e, non certo ultimo …, sul rame metallico che finalmente ha visto la luce: questo è l’importante risultato che è stato raggiunto, e che, una volta pubblicato, troverà sicura risonanza nel mondo dell’archeometallurgia: ciò grazie allo sforzo caparbio e paziente esercitato dal nostro Gruppo nel suo decennio di attività.
*all’inizio della realizzazione del progetto, il prof Artioli era docente all’Università di Milano, prima del suo trasferimento all’Università di Padova
**l’articolo riportato a pag 11 è già stato pubblicato sulla rivista ‘Frammenti’ n° 2, pagg 81 - 89 dell’aprile 2010, edito della Provincia di Belluno.
Manlio Monestier e Gabriele Fogliata