LE MINIERE SCOMPARSE - 1

    Nella ricerca delle miniere antiche sul territorio Agordino, io e alcuni soci dell’ARCA abbiamo individuato zone che mostrano tracce storicamente interessanti: una di queste è quella racchiusa tra i torrenti Biois, Cordevole e Pettorina nei territori dei comuni di S.Tomaso, Alleghe, Rocca Pietore.

    La nostra attenzione è stata attratta in quei luoghi da alcune segnalazioni di miniere o meglio concessioni minerarie veneziane e dalla considerazione che potesse esistere in quota una antica ed importante viabilità; infine non è trascurabile il toponimo di "Bosco delle Miniere" situato sotto Casera Bur di fronte a Bramezza.

    Questa serie di informazioni ci ha invogliato ad iniziare una ricerca sul posto. Nell’estate del 1998 da Caracoi Agoin salgo nei dintorni di Bramezza alla ricerca di queste miniere. Il percorso che porta a questa frazione è simile a tante altre strade silvo-pastorali da noi percorse; giunti però in loco vengo pervaso da strane sensazioni che al momento, non prendo in dovuta considerazione: in mente ho ben fisso l'obiettivo di documentare una ricerca mineraria recente, posteriore alla seconda guerra mondiale, segnalatami da persone del luogo. Di queste miniere si raccontano strane storie, forse non vere, e cioè che in passato fossero sfruttate a conduzione familiare per ricavare il rame, utilizzato poi per realizzare campanacci per mucche.

    Proseguo quindi per casera Bur dove imbocco un sentiero verso Rù de Molin che ben presto scompare inghiottito dalla vegetazione; con un po’ di difficoltà riesco a trovare l'ingresso della galleria di ricerca: questa è riempita per tutta la sua lunghezza, da circa 60 cm d'acqua; essa dà il primo segnale negativo: l'acqua è rossa di ossido di ferro e quindi il minerale che si trova all'interno presenta quasi certamente scarsità di rame.

 

    La galleria è lunga all’incirca 15 metri e in fondo ne

 incrocia un'altra perpendicolare; per accedervi

 bisognerebbe svuotarla, cosa non fattibile visto che poco a

 valle sono collocate le prese dell'acquedotto. Decidiamo di

 dare un'occhiata intorno e scopriamo l'affioramento del

 filone: noto che il cappello del giacimento si restringe verso

 l'alto sino a chiudersi e terminare: la parte a vista è larga al massimo 55 cm e posso quindi campionare il minerale.

    Come d'abitudine documento la situazione con numerose fotografie e quindi torno verso valle. 

 

Quando arrivo a Bramezza mi fermo e faccio un giro della frazione; 

a sensazione provata all'andata si fa più forte ed è accompagnata

da numerosissimi interrogativi, tra tutti uno in particolare: “Come

 mai  una zona così distante dal fondo valle, scomoda per viverci 

soprattutto nella stagione invernale, è costituita da abitazioni che   

architettonicamente denotano una certa ricchezza e cura, prerogativa

questa dei centri abitati più importanti situati in genere a fondo

 valle?” Mentre ammiriamo la bellezza di alcune case discutiamo tra

 di noi ponendoci altri interrogativi: la località era certamente abitata già dal 1100 d.C. e alcuni documenti lo testimoniano; in quel periodo l'agricoltura di montagna non permetteva di certo la costruzione di case molto signorili: ci doveva essere una ricchezza non certo proveniente dall'agricoltura e dalla pastorizia; cosa era, quindi? Questa domanda ci riporta immediatamente allo scopo della nostra escursione, le miniere.

    Con molta probabilità vi era una ricchezza anche di importanza strategica: il minerale di rame sicuramente potrebbe essere una logica risposta ed avvalorare quindi l'esistenza delle miniere di rame di Bramezza. Questa è una risposta, forse romantica per chi come me è un perito minerario, che risolve i numerosi interrogativi posti e giustifica bellezza e la ricchezza architettonica degli edifici.

    Non dimentichiamo riguardo alle miniere di Bramezza, che, anche in epoche relativamente recenti, sono state date in concessione dal 'Consiglio dei X' della Repubblica di Venezia le seguenti investiture (E. Oreglia):

    Nel libro pubblicato nel 1927 di A. Alberti e R. Cessi queste due miniere vengono localizzate: una viene posta nelle immediate vicinanze di Bramezza, l'altra vicino alla vetta del monte Forca. Considerare Bramezza come zona di residenza dei ricchi proprietari delle miniere di rame risponde alle strane sensazioni provate ed agli interrogativi posti; una chiave di lettura che lascia il tempo che trova ma sicuramente non è totalmente da scartare.

Dino Preloran

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